Page 150 - Le Storie Dei Profeti

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Il suo vero nome era Saul, nacque a Tarso, in Turkia, tra il 5 e il 10 d.C. da una
famiglia ebrea. Tarso era a quel tempo una città cosmopolita, dove vi era una fiorente
comunità ebraica, di cui faceva parte il padre di paolo commerciante di tende.
Essendo di tale città, Paolo aveva diritto di cittadinanza romana. Non sappiamo in che
periodo sia venuto a Gerusalemme per compiere gli studi.
Egli non aveva mai incontrato Gesù e non aveva mai stretto buoni rapporti con
qualcuno dei suoi più vicini discepoli. Anzi, Paolo in realtà non era che un ardente e
ostinato fanatico, uno psicopatico, una persona estremamente violenta, era conosciuto
come uno dei grandi nemici di Gesù, uno di quel gruppo di Ebrei che sosteneva
attivamente i Romani nella persecuzione dei seguaci di Gesù facendo l’informatore.
Aveva vigilato sulla lapidazione di alcuni Cristiani, tra cui il primo martire Stefano, il
discepolo di Gesù impegnato a difendere e tramandare il suo autentico messaggio. È
documentato che Paolo si rese responsabile di una
violenta persecuzione contro
la Chiesa
” e che
“infuriava contro la Chiesa e, entrando dentro le case,
prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione”
.
(
Atti 8:13)
La questione dell’origine di Gesù, della sua natura e del suo rapporto con Dio, che
successivamente dovevano diventare fonte di grande dispute, non sorsero tra i primi
seguaci di Gesù. Che Gesù fosse un uomo, un Profeta che aveva ricevuto molti doni
da Dio era una questione che non aveva bisogno di essere messa in discussione, una
certezza confermata dalle parole e dagli eventi della sua vita su questa terra. Il credo
dei primi Cristiani era un monoteismo ancora più puro di quello degli Ebrei.
Fu in questa cerchia di sinceri discepoli che Paolo di Tarso si mosse.
La sua presunta visione:
Durante un suo viaggio a Damasco, in seguito alla caduta
da cavallo e perdita di sensi, Paolo proclamò di aver visto Gesù in una visione e
prescelto da lui in persona come suo apostolo. Si racconta che le sue visioni fossero
la conseguenza di attacchi epilettici ci viene confermato da lui stesso allorché in una
assemblea dichiara apertamente che esse sono conseguenza di una sua infermità:
Voi sapete, fratelli, che fu a causa di una malattia del corpo che vi
annunciai il vangelo
”.
(Gl.4,13)
. Il motivo per cui Paolo ci tenne a far conoscere la
sua malattia dipese dal fatto che a quei tempi si credeva che l'epilessia fosse una
predilezione che gli dei riservano a coloro con i quali essi intendevano entrare in