Page 160 - Le Storie Dei Profeti

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Il prestigio di Costantino era tale che, nel conflitto che seguì, entrambe le parti si
appellarono a lui credendo che chiunque avesse avuto il suo sostegno non avrebbe
avuto più battaglie da combattere. Questo tentativo di guadagnarsi il sostegno di
Costantino portò ad un cambio molto importante nella storia del Cristianesimo; per la
prima volta l’eresia (miscredenza) stava per diventare un’offesa punibile dalla legge.
Per generazioni i Cristiani avevano sofferto le loro persecuzioni, prima erano stati
perseguitati perché erano Cristiani e li consideravano incaricati di Satana, e adesso
perché non erano il tipo giusto di Cristiani.
Alla fine entrò in azione l’esercito romano, e gli ufficiali dell’impero cercarono di
imporre il potere del Vescovo di Roma. Fu una strage di massa: i cadaveri furono
gettati nei pozzi, i vescovi uccisi nelle loro chiese. I seguaci di Donato “
i Donatisti
”,
sopravvissuti, chiamarono la loro chiesa la “chiesa dei martiri”e non permisero
all’imperatore di cambiare il loro modo di adorare Dio. Per loro
i Cattolici erano
cattivi preti che collaboravano con i re del mondo e facendo
assegnamento sui favori reali avevano rinunciato a Cristo”
Questi eventi
resero ancora più grande la spaccatura tra la Chiesa Apostolica e la Chiesa Cattolica.
Costantino che aveva fatto un grande passo
nell’accettazione del Cristianesimo come un fatto
politico di unificazione dell’impero, non poteva stare a guardare la lotta e la
discordia tra i suoi sudditi. Così decise di convocare un incontro di vescovi per
risolvere la questione una volta per tutte. Questa riunione è conosciuta oggi come il
Concilio di Nicea che venne presieduto dallo stesso Costantino in persona, alla
presenza di almeno 300 vescovi venuti da tutto il mondo. Costantino vi partecipò
come diremmo oggi da Papa oltre che da imperatore (dando così l’inizio al cosiddetto
cesaropapismo).
Si presentarono i leader di due parti: Ario, rappresentante della Chiesa Apostolica in
Oriente, che sosteneva la non divinità di Gesù e lo vedeva uomo-perfetto, ma pur
sempre un uomo. E dall’altra parte il vescovo Alessandro che rappresentava la Chiesa
Romana e affermava la divinità di Gesù crocifisso.
Tranne i leader delle due parti in lotta, la maggioranza degli inviati non erano, nel
complesso, ben informati. Il consiglio era composto in larga parte da vescovi che
credevano con sincerità e convinzione, ma che non avevano una grande conoscenza
intellettuale delle posizioni che difendevano. Questi uomini furono improvvisamente
messi faccia a faccia con gli esponenti più vivaci e colti della filosofia greca del