Page 243 - Le Storie Dei Profeti

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Romano
per attaccare l’Arabia non potevano più essere ignorati. Infatti nell'anno 9
A.H. (629-630) il Profeta decise di avviare una campagna alla frontiera Nord.
La preparazione della spedizione si scontrò con molte difficoltà sia di ordine
personale che finanziario ed è nota come la
"leva difficoltosa"
. Volgeva la fine
dell’estate, a Medina faceva un gran caldo e la città era ridotta allo stremo a causa di
una carestia. La gente attendeva con impazienza la raccolta dei datteri. Molti chiesero
di essere esentati dal partecipare e il Profeta diede loro il permesso di restare.
il Profeta marciò con un esercito di 10.000 uomini verso Tabuk,
nel Nord della
Penisola Arabica.
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alura e tribolazioni accompagnarono la marcia dei credenti.
Quando il Profeta giunse a Tabuk, grande città abitata dai Cristiani greci, non trovò
traccia dell’esercito che pensava vi si fosse radunato. La città alla vista dell’esercito
musulmano, inviò un negoziatore di pace, ed altrettanto fecero le altre città vicine. E
così il Profeta prese il controllo della regione, e poté riportare l’esercito al Madina
senza aver combattuto.
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Nel corso dei dieci anni del suo soggiorno a Medina, oltre alle battaglie ricordate,
il Profeta condusse altri
ottanta scontri armati
. Partecipò in prima persona a
circa sei di essi
assumendo sempre un comportamento del tutto differente da
quello adottato di solito dagli altri capi militari che si rifugiano in un luogo di
assoluta sicurezza e si limitano solamente a impartire ordini ai soldati. Egli infatti
partecipava attivamente alle battaglie che conduceva in prima persona e
combatteva sempre sul fronte di guerra a fianco dei suoi uomini. E interessante
però sapere che in tutte queste battaglie non capitò mai che uccidesse qualcuno.
L'Arabia si sottomette:
La fama dell’invincibile armata del Sacro Profeta
attraversò
tutta l’Arabia e fece accrescere il prestigio del Profeta. Così Verso il 9
A.H. le delegazioni che arrivavano dal Profeta per apprendere la verità riguardo
l’Islam divennero ora più numerosi; ambasciatori arrivarono da ogni parte dell'Arabia
per abbracciare l’Islam di propria spontanea volontà, e concludere trattati di
amicizia.
Non appena fu stabilita la pace, l’Islam si diffuse molto rapidamente, e il decimo
anno dell’Hegira vide la conversione dell’Arabia intera all’Islam, compresa quella di
alcune tribù Cristiane. Non era una conversione soltanto nel senso che l’idolatria
veniva abbandonata per il più puro monoteismo; ma si trattava di una riforma in tutte
le sfere della vita. L’intero corso dell’esistenza di una nazione intera era cambiato:
l’ignoranza , la superstizione e la barbarie lasciavano il loro posto alla diffusione
della conoscenza e ad un atteggiamento razionale in tutti gli aspetti della vita.
La rivelazione del Corano e la presenza del Sacro Profeta avevano reso possibile il
grande miracolo di trasformare tribù rapaci e ostili le une alle altre in una nazione