Page 257 - Le Storie Dei Profeti

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Talha e Zubayr, Compagni del Profeta e cognati di Aisha, arrabbiati, non accettarono
le giustificazioni di Ali e convinsero Aisha di riunirsi al loro gruppo e partire verso
Bassora (in Iraq) per cercare di stimolare la gente lì a vendicare la morte di Othman.
La notizia che una Madre dei Credenti stava conducendo un esercito verso Bassora, si
sparse velocemente. Uomini giunti da ogni dove si unirono a lei. Il califfo Ali
temendo il disordine che avrebbe causato questa marcia partì anche esso a testa del
suo esercito per controllare la situazione. Aisha aveva solo l'intenzione di punire gli
assassini di Othman e far rientrare tutto nella normalità, ma i mandanti dell’assassinio
di Othman, riuscirono con l’inganno a far scontrare il gruppo di Aisha con l’armata di
Ali. Sia il Califfo Ali che Aisha vollero evitare ulteriori spargimenti di sangue tra
Musulmani. Cominciarono dunque le trattative, e il Califfo Ali dichiarò: "Nessuno
deve pensare alla guerra. Domani, metteremo a posto la situazione. Coloro che, in
qualche modo, sono implicati nell'omicidio di Othman, devono separarsi da noi!".
Allora i ribelli responsabili dell'omicidio capirono che la loro unica possibilità era
quella di far precipitare la situazione; così, durante la notte, scatenarono un attacco a
sorpresa, uccidendo uomini da entrambi le parti. Così ogni gruppo credette che era
stato tradito dall’altro dando il via ai combattimenti.
Questa battaglia fu poi ricordata come "La Battaglia del Cammello", perché Aisha
stessa vi partecipò, seduta sul suo cammello, pensando che, se avessero visto che vi
era una Madre dei Credenti in mezzo alla battaglia, i combattenti avrebbero cessato le
ostilità. Ma al contrario la sua presenza peggiorò la situazione; il suo gruppo si affollò
intorno al suo cammello combattendo fino alla morte.
Per fermare la lotta, Ali ordinò ai suoi di far cadere il cammello. Ciò pose
effettivamente fine al conflitto. Ali trattò con il più grande rispetto Aisha, che, come
egli stesso ricordò, era "La Sposa onorata del Profeta in questo mondo e nell'Altro".
La fece riaccompagnare nell'Higaz da suo fratello Muhammad, che aveva combattuto
con l'armata califfale.
Aisha era andata in Iraq con buone intenzioni, per rimettere in ordine la situazione.
Adesso che guardava indietro, questa disavventura sembrava essere stata la più
grande tragedia della sua vita. Ebbe rimorso di quel tragico errore per tutta la vita, ed
ogni volta che le tornava in mente, diceva: "Avrei dovuto essere un albero! Avrei
dovuto essere una pietra o un sasso!…". Fino all'ultimo momento della sua vita,
dichiarò il suo rimorso per aver preso parte alla campagna irachena. Quando recitava
il Corano e specialmente il versetto:
“O mogli del Profeta, rimanete con dignità nelle
vostre case”
(Corano)
piangeva talmente che il suo velo diventava tutto bagnato.
La morte di Aisha:
Nella sua vecchia camera, dove erano sepolti il Profeta, Abu
Bakr e Omar, ci sarebbe ancora stato dello spazio per un'altra tomba. Ma, prima di