Pagina 16 Il Bollettino Islamico Numero 11 Capitolo 2. -- CATEGORIE DI SHIRK La discussione sullo shirk è parallela alle categorie del tawhid discusse nel capitolo 1. Essa comprende la considerazione dello shirk per associazione, per negazione, per umanizzazione e per deificazione. Il capitolo si conclude con i temi dello Shirk maggiore (l’adorazione di qualcosa di diverso da Allah) e dello Shirk minore (la riyaa, la pratica dell’adorazione a scopo di esibizione). Capitolo 3. -- IL PATTO DI ALLAH CON ADAM Tra gli argomenti trattati vi sono il Barzakh (la separazione tra la morte e la resurrezione), la pre-creazione (l’anima di ogni bambino è creata prima della sua nascita sulla terra), la fitrah (la fede naturale del bambino in Allah), la nascita musulmana (non è automaticamente garantito il Paradiso), il Patto (tra l’uomo e Allah stipulato durante la pre-creazione è praticare il principio del Tawhid nella nostra vita quotidiana). È inclusa una confutazione del concetto induista e buddista di reincarnazione e karma. Capitolo 4. -- INCANTESIMI E PRESAGI Tra gli argomenti trattati vi sono gli incantesimi (come la zampa di coniglio, i ferri di cavallo e l’uso inappropriato del Corano), la sentenza sugli incantesimi (gli incantesimi sono shirk), i presagi (la credenza nei presagi, o tiyarah, era praticata nell’Arabia pre-islamica, ma è shirk nell’Islam), Fa’l, (il buon auspicio, che ha un’accettazione molto limitata e rigorosa solo se usato come “termine ottimistico”), e La sentenza islamica sui presagi, (la credenza nei presagi è stata respinta dalla Sunnah del Profeta (saw). ) Il capitolo si conclude con una breve rassegna di alcuni dei più popolari presagi di “sfortuna” prevalenti nella società occidentale, come bussare al legno, rovesciare il sale, rompere uno specchio, gatti neri #13. Capitolo 5. -- DILLO A FORTUNE I temi trattati includono il mondo dei jinn (i jinn sono una creazione di Allah che coesistono con l’uomo sulla terra e possono avere poteri occulti), la regola islamica sulla cartomanzia (l’Islam si oppone a qualsiasi forma di associazione con chi pratica la cartomanzia), visitare i cartomanti (vietato), credere nei cartomanti (fa di un musulmano un miscredente e include coloro che leggono i libri e gli scritti dei cartomanti, li ascoltano alla radio o li guardano in televisione). Sono vietati tutti i diversi metodi di cartomanzia utilizzati nel mondo, tra cui la lettura della mano, l’I-Ching, i biscotti della fortuna, le foglie di tè, i segni zodiacali e i programmi informatici di bio-ritmo. Capitolo 6. -- ASTROLOGIA L’argomento principale di questo capitolo, relativamente lungo, è costituito dalle argomentazioni degli astrologi musulmani (a sostegno della pratica dell’astrologia, compreso l’uso di astrologi di corte da parte dei tardi califfi omayyadi) e dalle argomentazioni islamiche contro di essa. La regola islamica sugli oroscopi (è che sono vietati). Si tratta di un capitolo particolarmente importante a causa della diffusa credenza e influenza dell’astrologia nella società occidentale e, a quanto pare, anche tra alcuni musulmani contemporanei. Capitolo 7. -- MAGIA Questo capitolo tratta della realtà della magia e delle regole islamiche sulla magia (la pratica e l’apprendimento della magia sono classificati come Kufr). Questo affascinante capitolo comprende un esame della realtà dei fenomeni occulti come le case infestate, la levitazione, la possessione, la chiaroveggenza, la materializzazione e la reincarnazione. Offre alcune spiegazioni sulle loro cause, come l’influenza dei jinn, e termina con un forte monito contro il coinvolgimento nella magia. Come il precedente capitolo sull’astrologia, anche questo è un capitolo importante a causa della diffusa credenza nell’occulto nella società occidentale. Capitolo 8. -- TRASCENDENZA In questo capitolo si parla del concetto di trascendenza di Allah su tutto il creato, della sua importanza per aiutare l’uomo ad evitare di credere nell’erroneo concetto di immanenza di Allah, del pericolo del concetto di immanenza che potrebbe portare a trattare la materia creata come uguale ad Allah o a credere di poter possedere una divinità uguale ad Allah, e delle prove evidenti della trascendenza di Allah, compresa la considerazione delle seguenti prove: prove naturali, prove dei raggi, prove del Mir’raaj, prove coraniche, prove hadetiche, prove logiche e il consenso dei primi studiosi. La discussione di queste prove tende talvolta a essere astratta e può richiedere uno sforzo diligente da parte del lettore per essere compresa. Capitolo 9. -- VEDERE ALLAH Questo capitolo affronta diverse questioni legate alla questione se Allah possa o meno essere visto dagli uomini. Le domande includono se Allah sia stato visto o meno da Mosè e Muhammad (saws) e la saggezza spirituale di non poter vedere Allah. Capitolo 10. -- IL CULTO DEI SANTI Questo capitolo tratta del culto sacro e delle sue basi, tra cui il favore di Allah per alcune persone rispetto ad altre come prova della loro integrità spirituale; la Taqwaa, la forza spirituale dei pii, che non può essere giudicata da altri; la Wallee: il “Santo”, l’errore delle pratiche sufi di adorazione dei santi; Fanaa, le credenze e le pratiche mistiche sufi che si dice abbiano portato all’unione dell’uomo con Dio; e Roohullaah, lo “Spirito” di Allah menzionato nel Corano spesso usato dai sufi per sostenere la credenza mistica della riunificazione dell’anima umana con Allah. L’autore compie un valoroso sforzo per discutere queste idee complesse nel modo più chiaro possibile. Capitolo 11. -- TOMBA CULTA Questo capitolo discute la pratica del culto delle tombe nell’Islam e la rifiuta. La discussione comprende l’esame delle preghiere ai morti, il modello evolutivo della religione, il modello di degenerazione della religione, l’insorgere dello shirk, l’eccessiva lode dei giusti, le severe restrizioni, il “prendere le tombe come luoghi di culto”. Masjid con tombe, tomba del Profeta, Salaah nella Masjid del Profeta (è possibile eseguire la salah). Questo capitolo è molto chiaro nella sua argomentazione contro il culto delle tombe e include un interessante riferimento alla pratica cinese del culto degli antenati. Il libro termina con una “Conclusione” di due pagine in cui si sostiene che... ... È dovere di ogni sincero credente in Dio mettere da parte le esperienze culturali e i legami emotivi con la propria famiglia, tribù o nazione, e acquisire una conoscenza pratica del Tawhid, il fondamento della fede. Infatti, è solo nell’applicazione di questa conoscenza che l’uomo può raggiungere la salvezza. p. 204. Questo libro è una lettura consigliata. Si tratta di un’esposizione dettagliata del monoteismo islamico scritta appositamente per il lettore di lingua inglese. Il libro è una fonte di riferimento compatta per informazioni sul principio del Tawhid e sulle credenze e pratiche occidentali e di altro tipo che possono violare questo principio. La conoscenza che fornisce aiuterà a mantenere il devoto musulmano di lingua inglese, e altri, sulla retta via.
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